Bonjour mes amis…
Care forchette e amici tutti, eccovi un’altra cartolina dall’europa.
Proprio non so resistere alle gite, e questa volta vi porto con me nella capitale del buon gusto in tutti i sensi...I’m so addicted!
Come ogni buona ricetta ha il suo condimento, questo lungo weekend natalizio è frutto di una più che ventennale amicizia, la miglior ricetta al mondo!
Ebbene si…il vero pretesto è la carissima Esther che nel 2007 ha lasciato i colli coneglianesi per una più travolgente e charmante Paris!
E con chi mai sarei potuta andarla a trovare se non con la amica Roberta?
L’accoglienza di Esther è super e il suo minuscolo ma bellissimo nido nel centro del quartiere Marais è davvero una chicca.
Avendo un sacco di arretrati da raccontarci, ci siamo dirette di corsa in una accogliente enoteca lì vicino, le bar a'vin "Le Barav" per la nostra prima bottiglia di vino e una cena “a spilucco” davvero ottima
Poteva mancare un tocco di mondanità dopo cena?…Ovviamente no e, nonostante la stanchezza, abbiamo pensato di addolcire le gole, messe a dura prova dalle fitte chiacchiere, con un buon mojito all’Andy Wahloo, simpatico localino facente parte del modaiolo “Derrière” dans le 3éme arrondissement de la Capitale.
Bel sound, bella atmosfera…
L'indomani tutto il giorno con la nostra guida d'eccellenza in giro per bellissimi quartieri che mancavano all'appello della mia conoscenza di Parigi concentrandoci su moda e dintorni...si perché se la moda è un fatto di gusti...io ne so qualcosa allora!
I negozi e le vetrine sono fantastici (ve ne segnalo uno perché merita: HYPERLINK "http://www.manoush.com" www.manoush.com) … per non parlare delle vetrine!!
Ma la mia attenzione e il mio naso ricadevano sempre sul mio style preferito, ovvero il foodstyle …tra bancarelle e fromagerie.
L’occhio cadeva veramente ovunque, dalla proposta per la colazione
alla tentazione di un assaggio etnico
per finire o meglio “svenire” al profumo di questi dolci capolavori:
Saziata la vista, ci siamo finalmente concesse una pausa caffè peccando di gola assaggiando il monte bianco … Il monte bianco, vi chiederete? Sì … praticamente per mangiare questa torta al limone (tarte au citron) ci voleva una scaletta da quanto era alta. Una specialità buona, ma un tantino nauseabonda. tanto che in 3 non siamo riuscite a finirla…
Riprendiamo la nostra passeggiata illuminata dalle mille lucine colorate e dagli addobbi natalizi di ogni sorta (uno su tutti il magico albero di Natale della Galeries LaFayette )
e ci ritroviamo ad esaudire il sogno di Roberta … ovvero trovare il MACARON più buono del mondo!! Praticamente come cercare il santo Graal se non fosse stato per Esther che ci ha condotte direttamente verso il paradiso dei Macarons da Pierre Hermé nel quartiere Saint Germain
Il pasticcino è caratterizzato dalla sua liscezza, da due pezzi a cupola, da una circonferenza guarnita di increspature, e la base piatta. Gli intenditori apprezzano una delicata crosticina a guscio d'uovo che rende il dolce più umido e arioso all'interno. Il macaron francese si distingue dagli altri macaron perché è farcito con panna o burro, come un biscotto sandwich, e può essere trovato in una più ampia varietà di sapori che vanno dai tradizionali ai più strani. Fare i macarons richiede una grande quantità di studio ed è un processo che dipende fortemente dalla precisione, dalla tecnica, e dall'attrezzatura adeguata. Per questo motivo è una ricetta notoriamente difficile da padroneggiare e di uno sforzo frustrante per i fornai dilettanti.
Ci proveremo mai a farlo noi forchette piccanti? … non credo …
E, per scaldarci, un buon vin chaud … eh sì, perché c’è perfino la neve a Paris ... brrr!!
Un aperitivo con le amiche in un’altra carinissima enoteca "La Patache" e poi cenetta a casa passando prima, ovviamente, a far rifornimenti.
Anche se sarei tentata, evito di raccontarvi l’intero mio tour parigino e le emozioni che ogni volta questa città mi regala tra magnifiche opere d’arte, architetture, giardini e atmosfere di ogni sorta, dopotutto mi rendo conto che questo è un blog di cucina.
Così la mia cara amica Esther non poteva farmi regalo migliore for the last dinner se non estendermi l’invito per un’intima e tipica cena parigina a casa di amici.
Sono qui, infatti, quasi emozionata, a condividere con voi il mio primo Raclette Party:
L’appuntamento è in un piccolo e delizioso appartamento sempre nel cuore di Parigi e, come vedete, ognuno pensa al suo sedere…
La padrona di casa Catrine oltre ad un gran senso dell’umorismo, facilmente intuibile dalla foto che non commenterò (finalmente la baguette direte voi!)
ha preparato questa cena in nostro onore con tale cura ed eleganza che mi è toccato dire per la prima volta nella medesima lingua di conversazione: CHAPEAU!
Innanzitutto cos’è la RACLETTE?
Il Raclette è un formaggio, ottenuto dal latte vaccino, è salato e a pasta semidura; ne esistono varietà diverse e viene prodotto tipicamente anche in Francia.
La raclette si prepara adagiando le fette di formaggio vicino al fuoco (o sotto una resistenza come nel nostro caso dotata di comode palettine). Quando lo strato superiore inizia a sciogliersi, viene "raschiato" via e posto sul piatto: il termine raclette infatti deriva dal francese racler, che significa raschiare o meglio "scrostare". Tradizionalmente si serve con patate cotte al cartoccio, e sottaceti come cetriolini e cipolline e noi, come ben vedete, ne avevamo di ogni…
Ringrazio ancora Esther e la sua solarità, la mia amica Robi che si è affidata alle mie doti organizzative (fosse stato per lei a quest’ora eravamo ancora davanti alla cartina del metro’), le mie care forchette piccanti alle quali porterò come sempre un cadeaux, Wikipedia e il copia incolla per le definizioni di Macaron e Raclette.
E a tutti voi, cari amici che leggete, dedico quest’ultimo scatto. Ciao alla prox!